Luci e ombre in farmacia

Il 16 settembre 2022, l’Area Studi Mediobanca ha presentato un approfondito dossier dedicato alle farmacie italiane a confronto con alcuni Paesi europei. 

La relazione evidenzia una serie di fattori di debolezza e individua percorsi che possano trasformarli in opportunità, per ribaltare un trend, altrimenti, avviato su un pericoloso piano inclinato. 

Dal 2015 il numero delle farmacie è aumentato del 9,3%, per effetto della crescita di quelle private (+10%) mentre le pubbliche si sono mosse in misura più contenuta (+2,7%). Il numero di abitanti per farmacia in Italia è passato da 3.340 abitanti/farmacia del 2015 a 2.977 del 2021 (-10,9%), al di sotto della media UE che si fissa a 3.245 abitanti 

Il fatturato complessivamente sviluppato dalle farmacie italiane si è attestato nel 2021 a 24,4 miliardi di euro, in calo del 4% dal 2015. 

La combinazione tra calo del fatturato e aumento delle farmacie ha generato una flessione importante del fatturato medio per farmacia, caduto da 1,399 milioni nel 2015 a 1,228 milioni nel 2021 (-12,2%). Assieme all’espansione del numero di punti vendita, anche la metratura media per negozio appare in aumento da 68,1 mq a 73,6 (+8,1%). Il fatturato per metro quadro è di conseguenza caduto dal 20,5 migliaia di euro nel 2015 a 16,7 migliaia nel 2021 (-18,8%). 

Cala anche il numero di confezioni di farmaci vendute da 1.798 milioni nel 2017 a 1.705 nel 2021, con una flessione del 5,1%. 

La relazione Mediobanca individua i motivi delle dinamiche complessive:  

  • vischiosità dei prezzi,  
  • politiche di controllo dei costi del SSN con incoraggiamento all’utilizzo degli equivalenti,  
  • aumento degli acquisti diretti da parte delle aziende sanitarie con disintermediazione delle farmacie incaricate della sola consegna (Si parla della  ‘distribuzione per conto di Classe A’), fenomeno tanto più incisivo dal momento che sul mercato ospedaliero si concentrano i farmaci innovativi ad alto valore unitario.  

Il farmaco etico sembra destinato a perdere quote sul fatturato delle farmacie.  

Sconta le misure di contenimento della spesa e l’assottigliamento della quota di medicinali coperti da brevetto a vantaggio dei generici, con progressiva attrazione delle referenze a maggiore valore unitario all’interno della distribuzione diretta da parte delle Aziende Sanitarie Locali. 

Sin qui le ombre, ma la relazione individua anche opportunità di contrasto e di crescita per le farmacie. 

 

La prima opportunità: la farmacia dei servizi 

La prima è l’affermazione del modello della ‘farmacia dei servizi’  introdotto a livello normativo dalla Legge n. 69/2009 (LINK)   

Nelle sue varie declinazioni, questo modello, è innovativo sotto molti aspetti: dalla consegna di medicinali a domicilio, alla prestazione di cure domiciliari per anziani o disabili, dal primo soccorso e relativi follow-up, al rinnovo di prescrizioni per pazienti cronici, dalla cura domiciliare con controllo delle terapie, fino alla sostituzione di dosaggio o tipologia di farmaco e alla modifica di trattamenti già prescritti, all’attività di diagnostica e Telemedicina. 

Secondo Mediobanca, infatti, la salute digitale, i big data e l’intelligenza artificiale si stanno rapidamente espandendo nel settore sanitario. 

Questi articoli, già pubblicati sul blog, approfondiscono il modello di Farmacia dei servizi 

La seconda opportunità: l’omnicanalità. 

A livello europeo, il giro d’affari dell’e-commerce farmaceutico è stimato in 20 miliardi di euro, con attese di crescita al 2027 pari al 18% medio annuo. 

Tramite i canali online, la farmacia ha l’opportunità di acquisire informazioni sulle abitudini d’acquisto del cliente che gli consentono di formulargli offerte personalizzate, trattenerlo con politiche di fidelizzazione (come le carte fedeltà digitali), ed eventualmente di attrarre la visita al negozio fisico per il ritiro di quanto acquistato o per una consulenza dedicata.  

I prodotti commerciali non farmaceutici, secondo Mediobanca, sono il segmento in cui le farmacie possono esercitare liberamente le proprie politiche commerciali e di prezzo. 

Ci siamo occupati di e-commerce farmaceutico in questi articoli pubblicati sul blog: 

L’antidoto alla concorrenza: fare squadra 

Tuttavia, per quanto in crescita, la farmacia commerciale è anche soggetta alla maggiore competizione intracanale, sia ad opera dell’on-line che dei canali di vendita alternativi, come le parafarmacie e i corner della GDO.  

La relazione di Mediobanca, individua nelle aggregazioni di farmacie (catene reali o virtuali), il migliore strumento per contrastare questo fenomeno.  

Entro il 2030 si prevede che il 54% delle farmacie italiane sia affiliato a una catena virtuale, e certamente questo strumento sembra essere un rimedio all’inevitabile ampliamento della concorrenza e la leva maggiore verso lo sviluppo. 

Mediobanca stima, infatti, che le farmacie appartenenti a catene fatturino il 22% in più di quelle che si mantengono stand alone 

L’affiliazione apparentemente porta a una gestione più manageriale e introduce forme di marketing e fidelizzazione più efficienti e strutturate. 

Tra queste spicca la creazione e commercializzazione di una linea di prodotti a marca del distributore, fenomeno ancora marginale nelle farmacie, ma dal potenziale importante. 

Anche le carte fedeltà rappresentano un’ulteriore possibilità di contaminazione del modello di business della farmacia con strumenti già ampiamente consolidati nella GDO. 

Il superamento della gestione individuale infine, potrebbe consentire possibili modifiche organizzative, ad esempio in termini di estensione degli orari di apertura e di utilizzo di market place di e-commerce. 

 

avvocato Samuele Barillà

L’Emilia Romagna delibera sui farmaci per patologie croniche e crea un caso

Con la delibera approvata dalla Giunta Regionale dell’Emilia Romagna il 29 agosto 2022 (qui il testo), l’Ente ha dato corso a un progetto sperimentale passando alcuni farmaci per patologie croniche dalla Distribuzione Diretta e Convenzionata alla Distribuzione per Conto.

Questi farmaci, inclusi in terapie per la cura di patologie croniche stabili, saranno quindi acquistati direttamnete dall’ASL con la procedura di aggiudicazione da gara regionale.

Nelle intenzioni della Regione questo dovrebbe:

  • consentire il più diretto coinvolgimento delle farmacie convenzionate nella presa in carico dei pazienti con patologie croniche;
  • migliorare la capillarità dei servizi associati alla erogazione dei medicinali anche nelle zone periferiche;
  • contenere la spesa farmaceutica a carico dell’ente pubblico.

 

La reazione di Egualia e Farmindustria alla delibera della Regione Emilia Romagna

La decisione non è stata accolta con favore da Egualia e da Farmindustria che hanno emesso una nota congiunta dai toni piuttosto categorici:

«Una scelta inaccettabile perché determinata da ragioni economicistiche derivanti dal disavanzo della spesa sanitaria complessiva della Regione che non è assolutamente imputabile al superamento delle risorse assegnate ai medicinali territoriali acquistati in farmacia. E quindi non è certo attribuibile alle imprese della filiera farmaceutica».

Il progetto della Regione Emilia Romagna peraltro prevede il passaggio di una vasta categoria di farmaci dalla Distribuzione Convenzionata alla Distribuzione per Conto delle ASL.

Secondo il parere di Federfarma, che pure ha espresso preoccupazioni davanti alla delibera, le farmacie, e in particolar modo quelle rurali, sarebbero penalizzate dal progetto e gli stessi pazienti potrebbero incontrare difficoltà nel reperimento dei farmaci.

Solo la concreta applicazione della nuova disciplina distributiva dei farmaci interessati dal provvedimento potrà testimoniare (o meno) della sostenibilità di questa formula.

La disomogeneità territoriale nella distribuzione dei farmaci

Ad un primo sguardo, questa delibera sembra in decisa controtendenza rispetto alle alle recenti Note prescrittive di AIFA,che hanno ampliato la possibilità di prescrizione di farmaci ai Medici di Medicina Generale potenziando la portata del canale della Distribuzione convenzionata  Territoriale.

Quel che è certo è che la delibera rafforza la sensazione di introdurre una specialità rispetto alla disciplina omogenea della classificazione dei medicinali a livello nazionale.

Ancora una volta la potestà normativa regionale in tema di sanità è potenzialmente  in grado di introdurre disparità di trattamento tra i cittadini limitando la disponibilità delle opzioni terapeutiche su base, meramente, territoriale.

Abbiamo già rilevato in passato (vedi qui un altro articolo), come i casi di disomogeneità della disciplina in questo settore siano potenzialmente più pericolosi che utili a tutelare il diritto alla salute delle rispettive comunità.

Le farmacie americane sotto attacco hacker

Attacchi hacker alle farmacie USA

La società americana Kasada, specializzata in sicurezza informatica, ha osservato un incremento significativo della tecnica del credential stuffing per attaccare le farmacie, rubare gli account dei clienti e sfruttare le prescrizioni di farmaci.

Gli account rubati dai bot vengono utilizzati dagli hacker per accedere alle prescrizioni attive, che vengono rivendute illegalmente sul web, nei mercati secondari.

I farmaci interessati da queste attività sono prevalentemente antidolorifici oppiacei che vengono acquistati a un prezzo notevolmente inferiore di quello che si pagherebbe normalmente con un ticket assicurativo.

I ricercatori di Kasada hanno scoperto che i furti interessano decine di migliaia di account di farmacie statunitensi e che la tendenza è incrementata notevolmente.

Nei mesi di giugno e luglio 2022 il numero di account rubati disponibili per la vendita è aumentato di 5 volte.

Utilizzo di bot per rubare gli account sui siti delle farmacie online

L’attività degli hacker è illegale e molto pericolosa e l’esperienza americana fornisce importanti informazioni sui profili di sicurezza informatica che dovranno essere adottati anche nei paesi, come il nostro, che ancora utilizzano sistemi meno automatizzati per l’acquisto di farmaci online.

[Clicca qui per leggere l’articolo sulla vendita online di farmaci pubblicato su questo blog]

Stando all’analisi di Kasada, i bot scalper per così dire “saltano la fila digitale” e acquistano articoli molto richiesti allo scopo di rivenderli con un sovrapprezzo.

I bot sono stati utilizzati per acquistare articoli o servizi per i quali la domanda supera l’offerta, oltre ai farmaci, quali:

  • il latte in polvere per bambini
  • i chip dei semiconduttori
  • le scarpe da ginnastica
  • le consolle di gioco
  • vari servizi finanziari
  • gli NFT

e, durante la fase acuta della pandemia, persino gli appuntamenti per il vaccino COVID-19. I bot maligni fruttano miliardi di dollari in termini di frodi online.

Gli attacchi dei BOT alle farmacie per ottenere e rivendere le ricette mediche

Per quanto riguarda le farmacie è stata denunciata una nuova tendenza, quella di rubare gli account aperti dagli utenti presso le farmacie online per acquistare e rivendere sostanze controllate.

I marketplace secondari dove vengono rivendute offrono account rubati da farmacie fisiche e online, molte delle quali appartengono alle 10 principali catene di farmacie statunitensi.
Attraverso l’automazione dei processi di login, i BOT testano le credenziali rubate agli utenti malcapitati. L’hacker sfrutta perlopiù il fatto che i consumatori riutilizzano le stesse credenziali su siti web diversi.

Una percentuale delle credenziali rubate viene riutilizzata con successo e consente all’aggressore di rilevare gli account con credenziali di accesso legittime, senza destare sospetti nei siti interessati.

Una volta rilevato un account, l’aggressore automatizza il processo di estrazione delle prescrizioni e di altre informazioni associate all’account.  I dati collegati al conto includono informazioni sul cliente, come nome, data di nascita, numero di telefono e la fonte di pagamento in archivio (dati della carta di credito). Questi dati possono essere riutilizzati per altre truffe.

La vendita di farmaci online nel nostro paese segue regole diverse che vietano appunto la vendita di farmaci dispensabili con ricetta, ma non c’è dubbio che i profili di sicurezza informatica sono cruciali per ogni futuro – e probabilmente inarrestabile – sviluppo del settore.

 

La distribuzione in farmacia dei farmaci «per conto» è appannaggio delle regioni

DPC è l’acronimo con cui si identifica la «dispensazione per conto» di farmaci e ausili medici che vengono acquistati direttamente dalle Aziende Sanitarie locali e distribuiti sul territorio attraverso le farmacie aperte al pubblico.

Le diverse modalità di distribuzione dei farmaci

La distribuzione dei farmaci in Italia è prevista con tre diverse modalità:

  • Diretta (Dd)
  • Dpc (distribuzione per conto)
  • Convenzionata

Nel primo caso (modalità diretta), il Servizio Sanitario Nazionale acquista direttamente il farmaco dall’industria farmaceutica e lo distribuisce attraverso ospedali o Asl ai pazienti.

Nella distribuzione per conto il Servizio Sanitario Nazionale invece, acquista il farmaco e autorizza la dispensazione attraverso le farmacie territoriali, concordando un compenso per questo servizio.

Nella distribuzione farmaceutica convenzionata invece, è il farmacista che acquista il prodotto e lo rivende al consumatore.

 

Il rinnovo del protocollo DPC della Regione Toscana

Ultima in ordine di tempo, la Toscana ha rinnovato nel mese di agosto 2022 l’accordo regionale con Federfarma per la distribuzione per conto (DPC) di farmaci ospedalieri e di ausili medici tra cui:

  • I dispositivi medici per il controllo della glicemia;
  • il materiale di medicazione;
  • gli ausili per l’incontinenza;
  • i prodotti per le malattie dismetaboliche.

Oltre a questi dispositivi, le farmacie toscane stanno già distribuendo anche i dispostivi per diabetici, gli alimenti aproteici, le stomie e i cateteri.

Nell’accordo è prevista la fornitura di un ministock di prodotti per il magazzino, così da non essere tenute a ripetute ordinazioni e facilitare il ritiro da parte degli assistiti senza costringerli a tornare nel negozio.

La disciplina della distribuzione per conto DPC è già operativa in Abruzzo  in Piemonte, in Emilia Romagna e in altre regioni ancora.

 

L’auspicio di un coordinamento regionale per la DPC

La frammentazione della disciplina e la delega alle regioni di alcune potestà normative in materia sanitaria ha mostrato chiaramente i suoi limiti durante la crisi pandemica da Covid-19.
Questo sistema complica enormemente il controllo e crea inutili disparità di trattamento tra i cittadini, tanto più odiose in quanto ricadono nella delicata sfera del diritto alla salute.

Lo scorso marzo, la stessa Conferenza delle Regioni ha auspicato l’introduzione di una serie di standardizzazioni che consentano l’adozione del modello della «Distribuzione per conto» dei farmaci ospedalieri (PHT), in maniera omogenea sul territorio nazionale.

La proposta è riassunta in questo documento e riguarda:

  • l’individuazione di criteri tecnico-organizzativi (ad esempio l’uso cronico o ricorrente);
  • la diffusione capillare per governare con efficienza gli aspetti logistici della DPC;
  • la valutazione dell’entità complessiva dei consumi e della spesa;
  • L’adozione di un criterio di remunerazione unica attraverso l’adozione di un price cap.

di Samuele Barillà